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La fase 2 dell’industria passa anche dalla mobilità. In queste ore molte aziende stanno prendendo contatti con società private di trasporto autobus per organizzare servizi navetta riservati ai dipendenti, in alternativa ai mezzi pubblici. L’obiettivo è garantire un rientro sicuro sul posto di lavoro nel pieno rispetto della regola base anti-Covid: il distanziamento sociale. «Siamo già stati interpellati da un paio di aziende chimiche presenti sul territorio per studiare servizi di trasporto ad hoc per i lavoratori. Prima dell’emergenza sanitaria gli spostamenti casa/ufficio o casa/fabbrica avvenivano con mezzi privati o mezzi pubblici. Ora però si pone il problema della sicurezza. Ecco perché le aziende iniziano a pensare a soluzioni nuove».
Chi parla è Alberto Broggi, titolare della Beta Viaggi di Bollate (Milano), azienda privata di noleggio autobus con conducente. «La nostra compagnia – spiega Broggi – dispone di 25 mezzi (pullman) da noleggio. Prima che scoppiasse l’emergenza sanitaria il fatturato derivava per l’80% dai servizi turistici e per il 20% da quelli aziendali. Ora con il turismo bloccato la domanda aziendale diventa determinante». Per garantire il distanziamento di almeno un metro, su ogni mezzo potranno salire al massimo 25-30 persone, rispetto alla capacità complessiva di trasporto che è di 55-60 persone. Quindi, stiamo parlando della metà.
Sul punto interviene anche Giuseppe Vinella, presidente di Anav (Associazione nazionale autotrasporto viaggiatori): «Il trasporto con autobus può svolgere un ruolo fondamentale nella fase 2, sia nella modalità dei servizi di linea, a offerta indifferenziata al pubblico, sia in caso di noleggio dell’autobus riservato a una determinata categoria di persone, come nel caso dei dipendenti di una stessa azienda che organizza per loro un sistema di welfare che garantisce il trasporto casa/lavoro e viceversa. Questi servizi di trasporto specializzato con autobus dei dipendenti – osserva Vinella – hanno iniziato ad affermarsi soprattutto nelle grandi aziende manifatturiere e di servizi a partire dagli anni 80, per poi subire nel tempo una riduzione significativa per effetto delle recenti crisi economiche. Ora è possibile, oltre che auspicabile, che i datori di lavoro tornino a organizzare questa speciale modalità di trasporto anche per garantire nel migliore dei modi le misure di distanziamento previste dai recenti provvedimenti del governo». E così il trasporto collettivo potrà trasformarsi in opportunità e volano di un graduale ritorno alla agognata normalità produttiva, sociale e relazionale.
A ben pensarci, si tratta di un servizio simile a quello organizzato dai Comuni per il trasporto casa/scuola e viceversa degli scolari e degli studenti. È bene però ricordare che i servizi di trasporto con autobus sia pubblico che specializzato hanno continuato a “circolare”, seppur in misura ridotta, anche in questa fase emergenziale e hanno già garantito il rispetto del distanziamento sociale e delle altre regole previste dal Protocollo anti contagio siglato da Confindustria e dalle Organizzazioni sindacali confederali su invito del Governo il 14 marzo scorso, cui ha fatto seguito un analogo protocollo condiviso di regolamentazione per il contenimento della diffusione del Covid-19 nel settore del trasporto e della logistica, sottoscritto dalle Associazioni del trasporto, tra cui Anav, e le Organizzazioni sindacali del settore, adottato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Questi protocolli infatti prevedono l’igienizzazione giornaliera e la sanificazione periodica dei bus, la regolamentazione differenziata degli accessi per la salita e la discesa, il distanziamento a bordo del bus tra i passeggeri e tra i passeggeri e il conducente, la messa a disposizione i dispositivi di protezione e di dispenser.