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Scopri la Città – Verona: 5 imperdibili tappe per scoprirla

Famosa in tutto il mondo, la Città Scaligera non è solo la storia di Romeo e Giulietta

Di Flaminia Giurato

CHIESA DI SAN FERMO

E’ una delle costruzioni religiose più interessanti ed originali della città, composta da due chiese connesse e sovrapposte. La città veneta, infatti, è un concentrato di testimonianze storiche, artistiche e culturali che si svelano tra i suoi vicoli, i suoi palazzi e, non in ultimo, le sue chiese. Se San Zeno Maggiore è uno dei più grandi esempi dell’architettura romanica in Italia, la Chiesa di San Fermo Maggiore è una delle costruzioni religiose più interessanti ed originali della città. E’ infatti composta da due chiese connesse e sovrapposte l’una sull’altra in un unicum dove lo stile romanico si fonde in perfetta armonia con il gotico.

I MONUMENTI

La città è conosciuta anche come la Porta d’Italia grazie alla sua posizione geografica: tante sono le testimonianze del suo ricco passato ad incominciare da quello romano.
Colonia romana già a partire dal I sec. a.C., è ricca di testimonianze di quel periodo: porte, archi e il Ponte Pietra a cinque arcate, ricostruiti con grande cura dopo i danni subiti durante la Seconda Guerra Mondiale, fanno di Verona la città più “romana” dopo Roma. A cominciare naturalmente dal suo simbolo, l’Arena, il terzo anfiteatro romano per grandezza, dopo il Colosseo e l’anfiteatro di Capua. Costruito agli inizi del I sec. d.C. e dotato di un rivestimento esterno in mattoni e pietra veronese colorata, ha le gradinate interne perfettamente conservate. D’altro canto i veronesi amavano particolarmente il loro monumento, tanto da istituire, alla fine del XVI sec., la magistratura dei Conservatores Arenae, che doveva occuparsi della manutenzione. Nel Medioevo, Verona si costituisce Comune: per le arti e la cultura comincia un periodo di splendore che culminerà nel XIV sec., durante la dinastia scaligera.

LE ARCHE SCALIGERE

A poca distanza da Piazza delle Erbe le Arche Scaligere si presentano come un piccolo ma maestoso cimitero privato.
un sepolcro monumentale dove riposano i Principi della famiglia Della Scala, uno dei siti cittadini più suggestivi.  Possono essere considerate un piccolo cimitero privato a poca distanza da Piazza delle Erbe e dai Palazzi Scaligeri. Bisogna tornare indietro nel tempo fino al 1277, quando la famiglia Della Scala sale al potere per volere del popolo, iniziando quella dinastia che manterrà il suo dominio per tutto il secolo successivo e oltre.

Già i primi signori fecero costruire le loro dimore, una dopo l’altra, in un’area strategica nelle vicinanze del Comune. Tra queste spiccano le Arche, vero gioiello d’arte gotica, la cui edificazione ha sfruttato la preesistenza della piccola chiesa romanica di Santa Maria Antica, risalente al VII secolo, che diverrà la cappella palatina della famiglia. Un massiccio recinto in pietra è sovrastato da una trecentesca cancellata in ferro battuto sorretta da colonne di marmo, a loro volta sormontante da state. Il sito conserva numerose arche a forma di sarcofago, anche di pregevole fattura. La tomba più antica è spoglia e priva di ornamenti: è quella realizzata nel 1277 per Mastino I°, capitano del popolo e capostipite della dinastia. Poco più avanti si ammira il sarcofago del fratello Alberto, dove spiccano sui lati lunghi e sui fianchi le immagini del defunto accanto a santi e marie, bassorilievi e simboli araldici.

I PATRIMONI UNESCO

Dall’anno 2000 Verona è stata inserita nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dall’Unesco. Non solo è uno splendido esempio di città sviluppata in modo progressivo ed ininterrotto da oltre duemila anni integrando i diversi elementi artistici delle diverse ere storiche che si sono succedute. Ma rappresenta in modo eccezionale il concetto della città fortificata in più tappe, esempio emblematico di piazzaforte. Verona ha saputo conservare nel tempo un notevole numero di monumenti antichi, di epoca medievale e rinascimentale ed è per questo una delle maggiori città di arte e cultura del Belpaese.

LA BIBLIOTECA CAPITOLARE

Tra le meraviglie storiche di Verona, città Patrimonio Unesco, la Biblioteca Capitolare è una vera perla nascosta. Si tratta della più antica biblioteca italiana, e con ogni probabilità del mondo. Certamente vanta il primato nella cultura latina, essendo ricca di manoscritti, codici e volumi di inestimabile valore. La Bibliotecha Capitularis Veronensis si trova nel centro storico della città, a due passi dal Duomo e dal Ponte di Pietra, ed è stata definita dal paleografo Elias Avery Lowe “la regina delle collezioni Ecclesiastiche”.

Anticamente uno Scriptorium, un luogo preposto alla stesura e alla conservazione dei manoscritti, abbiamo la certezza della sua anzianità grazie ad uno dei suoi più importanti testi, il ‘Codice di Ursicino’: l’amanuense Ursicino, contravvenendo alle regole dell’epoca, lo datò. Era il 1 agosto 517. In origine l’officina di scrittura era gestita da ecclesiastici noti come Canonici del Capitolo (da cui ‘capitolare’). Tra i volumi testi preziosi, oltre al citato ‘Codice di Ursicino’, ci sono le ‘Istituzioni di Gaio’, unico esemplare originario di diritto classico romano, un’opera composta da quattro libri del giurista Gaio risalente al 168 e il 180. Ancora, all’interno di un libro di preghiere liturgiche usato in Spagna si trova l’importante ‘Indovinello veronese’, considerato una delle prime forme di lingua italiana scritta mai stese.

È dal 1200 che cominciò ad essere considerata una biblioteca, tanto che qui vennero a consultare volumi e codici Dante e Francesco Petrarca. Dall’invenzione della stampa la biblioteca cominciò a collezionare anche testi stampati, in origine chiamate ‘incunamboli’. Nei secoli la preziosa collezione della Biblioteca Capitolare affrontò minacce e pericoli come inondazioni, epidemie, saccheggi (Napoleone la depredò, letteralmente, e solo una parte dei testi è tornata in Italia), guerre (durante la Seconda Guerra Mondiale fu bombardata ma alcuni volumi erano stati messi in salvo). Ad oggi, il patrimonio della biblioteca vanta 1.200 manoscritti, 245 incunaboli, 2.500 cinquecentine, 2.800 seicentine ed oltre 70.000 volumi. La collezione viene costantemente ampliata, mentre all’interno dell’istituzione si trova un laboratorio dove vengono restaurati i codici antichi. La si può visitare negli orari preposti, anche attraverso visite guidate.

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